In occasione del 4 Gennaio, si celebra la Giornata Mondiale dell’alfabeto Braille. Questo sistema che ha cambiato completamente il modo di vivere di migliaia di persone con disabilità visiva, consentendo loro di scrivere, leggere e comunicare per iscritto. Ma di cosa si tratta e come funziona?
Il braille è un sistema di scrittura e lettura per non vedenti, detto anche codice, messo a punto dal francese Louis Braille nella prima metà del XIX secolo. Si basa sulla combinazione di sei punti in rilievo e percepibili al tatto: molteplici possibili combinazioni, che possono corrispondere a lettere dell’alfabeto, numeri, simboli matematici, informatici e musicali.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che nel mondo vi siano 1.3 miliardi di persone con problemi visivi, di cui 36 milioni affette da cecità totale. Per il non vedente, il questo alfabeto è condizione essenziale di una piena autonomia e di una efficace integrazione nel tessuto sociale, scolastico, lavorativo e culturale.
Invece, in Italia ci sono circa 360.000 persone cieche e oltre 1,5 milioni di ipovedenti. Di questi ultimi, oltre il 60% ha un’età superiore a 50 anni. Circa il 2,2% della popolazione soffre di patologie legate alla vista, e lo 0,3% sono affette da cecità totale. Entro il 2030 si prevede un aumento di non vedenti di circa il 25%, a causa dell’invecchiamento della popolazione.
La ricorrenza è data dal fatto che il 4 gennaio 1809 nacque Louis Braille. Lo stesso francese era una persona cieca a causa di un’incidente avvenuto a tre anni. Tuttavia, visto il suo desiderio di voler leggere e scrivere nonostante la sua disabilità, a 15 anni creò un sistema di simboli ai quali associare dei significati.