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Nella Giornata Mondiale per l’Alimentazione 2020 vogliamo raccontarvi delle ricercatrici Greta Colombo Dugoni e Monica Ferro founder di Bi-rex che si sono incontrate nei corridoi del Dipartimento di Chimica del Politecnico di Milano e non si sono più lasciate: una esperta di solventi green, l’altra di cellulosa. Adesso producono biopolimeri a partire dagli scarti del riso e dai gusci dei gamberi.

Da dove nasce il nome Bi-Rex? Dall’unione di “biomasse” e “recycling” , grazie a questo progetto sono riuscire a scoprire un modo alternativo per ricavare cellulosa, la materia prima di cui è composta la carta, da gli scarti alimentari, in particolar modo da residui della lavorazione della birra, bucce di riso e gusci di gambero. un processo che permette di dare nuova vita agli scarti alimentari che solitamente verrebbero bruciati ed ovviamente non avrebbero nessun ulteriore utilizzo, creando un processo di economia circolare in cui da un prodotto da eliminare si crea una prodotto completamente nuovo, in questo caso, la carta, una carta riciclata che per essere prodotta non andrebbe in alcun modo ad impattare sulla vita degli alberi e che permetterebbe anche di risparmiare su costo di incenerimento dei materiali di scarto.

Le due founder del progetto Bi-rex non hanno ancora costituito una startup, ma grazie al Polihub, acceleratore dell’Università, e al loro professore Andrea Mele, che le segue da circa un anno e mezzo, hanno vinto un premio e ricevuto 160mila euro di finanziamento per andare avanti. Nel segno del rispetto per l’abiente, come spiegano: «Ci interessa soprattutto produrre carta senza deforestare. Sarebbe un segnale di cambiamento. Il PoliHub ci sta aiutando a sviluppare il business: ci stiamo lavorando da un anno e mezzo e lo stiamo sviluppando per passare a una scala industriale» E noi non vediamo l’ora di sapere che ce l’hanno fatta!