Le nuove regole dello smart working sono entrate in vigore il 31 marzo, ponendo fine alle deroghe che agevolavano questa modalità di lavoro durante il periodo di emergenza legato al Covid-19.

Le ultime disposizioni, valide per i cosiddetti soggetti fragili e i genitori di figli di età inferiore ai 14 anni, non sono più applicabili da aprile, e non sono previste ulteriori proroghe.

Queste deroghe avevano reso più semplice per tali categorie richiedere lo smart working tramite una procedura semplificata.

Il fenomeno dello smart working

Il fenomeno dello smart working continua a crescere in Italia.

Nel 2023, i lavoratori da remoto sono stati oltre 3,5 milioni, e le stime per il 2024 indicano un aumento a 3,65 milioni, secondo l’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano.

Le grandi imprese guidano questa tendenza, con oltre il 96% di esse che hanno adottato iniziative di questo tipo, mentre il 56% delle PMI segue la stessa strada.

L’impatto ambientale positivo dello smart working è evidente, con due giorni di lavoro da remoto che evitano l’emissione di 480 kg di CO2 all’anno per persona, grazie alla riduzione degli spostamenti.

Tuttavia, questa modalità di lavoro può anche influenzare la vita quotidiana dei lavoratori, con il 14% di essi che ha cambiato o sta considerando di cambiare casa, spostandosi al di fuori dei centri urbani.

Quali sono le nuove regole dello smart working

Per richiedere lo smart working nel settore privato, è necessario stipulare un accordo individuale con l’azienda, che può essere precedente o di nuova firma.

Non è più possibile fare richieste di smart working tramite una procedura semplificata senza tale accordo.

L’accordo deve essere scritto e specificare la natura del lavoro svolto al di fuori dei locali aziendali, nonché gli strumenti utilizzati.

Le priorità per l’accesso allo smart working sono stabilite per i genitori con figli fino ai dodici anni, i lavoratori con disabilità grave, i caregiver e i lavoratori anziani.

Gli accordi fatti durante la pandemia possono essere a tempo determinato o indeterminato e, se rinnovati, devono essere comunicati. Nella pubblica amministrazione, lo smart working per i soggetti fragili è stato già terminato alla fine del 2023, e i dipendenti pubblici possono lavorare da casa solo tramite accordi individuali secondo le direttive ministeriali.

L’importanza dello smart working

Gli psicologi sottolineano l’importanza di considerare lo smart working come parte di una riorganizzazione complessiva, che tenga conto delle esigenze sia dei lavoratori che delle aziende.

Una modalità mista, con parte del lavoro svolto in presenza e parte da remoto, può essere una soluzione ottimale per garantire flessibilità senza compromettere la coesione e la produttività aziendale.

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