L’archeoastronomia ci permette di interpretare i resti archeologici come vere e proprie “finestre sul cosmo” del passato.

    L’umanità ha sempre rivolto lo sguardo al cielo, cercando nelle stelle significato, ordine e risposta a domande profonde. I puntini luminosi che punteggiavano la volta celeste non erano solo fenomeni naturali: diventavano divinità, storie, calendari. Per questo intere civiltà hanno costruito monumenti dedicati agli astri e ai loro moti, spesso intrecciando osservazioni astronomiche con esigenze religiose e culturali.

    I grandi siti megalitici e sacri legati al Sole e ai solstizi

    Tra i più celebri monumenti studiati dagli archeoastronomi troviamo Stonehenge, in Inghilterra. Questo cerchio megalitico, risalente al 3100 a.C., mostra allineamenti con il Sole nei solstizi: al solstizio d’estate il Sole sorge tra le pietre principali, mentre in inverno i suoi raggi illuminano l’altare centrale.

    In Irlanda, il sito di Newgrange rivela la stessa attenzione al ciclo solare: un corridoio di 19 metri si allinea con il Sole del solstizio d’inverno, inondando di luce la camera centrale.

    Gli Inca, sulle Ande peruviane, costruirono a Machu Picchu l’Intihuatana, la “pietra dove si ancora il Sole”, usata probabilmente per seguire il moto dell’astro nei solstizi.

    E ancora, nel Chaco Canyon (New Mexico), i Pueblo scolpirono spirali di pietra illuminate da raggi solari nei giorni degli equinozi e solstizi: un vero calendario inciso nella roccia.

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    Templi, chiese e obelischi: il cielo nelle architetture della storia

    Anche l’architettura classica e religiosa custodisce tracce astronomiche. Il Pantheon di Roma accoglie ogni 21 aprile, giorno del Natale di Roma, un raggio di Sole che attraversa l’oculo e illumina l’ingresso, celebrando simbolicamente l’imperatore.

    Molte chiese cristiane sono costruite con l’altare rivolto a est, in direzione del sorgere del Sole, legando così liturgia e luce. Il Duomo di Pisa possiede una finestra che, durante l’equinozio di primavera, proiettava un fascio luminoso in un punto preciso vicino all’altare, segnalando l’inizio del calendario pisano.

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    L’Obelisco di Montecitorio, voluto da Augusto, funzionava come gnomone di una gigantesca meridiana: la sua ombra scorreva su linee incise con i segni zodiacali.

    Sull’isola di Malta, i templi di Mnajdra mostrano allineamenti solari e forse lunari, suggerendo una funzione calendariale. In Cambogia, la torre centrale di Angkor Wat è perfettamente orientata al Sole dell’equinozio di primavera.

    L’archeoastronomia ci ricorda che osservare il cielo è parte integrante della nostra storia. Dai megaliti preistorici ai templi orientali, passando per chiese e obelischi, il cammino dell’uomo sotto le stelle ha sempre lasciato tracce di pietra.

    Monumenti che non sono soltanto rovine, ma testimoni del dialogo millenario tra Terra e Cielo.