La Land Art è un’arte dal profondo significato simbolico.
Nasce ufficialmente alla metà degli anni Sessanta negli Stati Uniti, quando un gruppo di artisti decide di abbandonare la forma ed i mezzi tradizionali della creatività.
Si differenzia dalla riproducibilità in serie introdotta dalla Pop Art per guardare alla natura, e realizzare opere partendo solo da elementi naturali come pietra, legno, alberi, acqua che vengono combinati e assemblati trasformandosi in una nuova forma.
Si tratta quindi di un’arte green, che vuole sensibilizzare il fruitore sulle problematiche ambientali, e che si libera dal concetto del museo.
Land Art è un’arte votata all’effimero, dal momento che in alcuni casi l’alternarsi delle stagioni o il susseguirsi delle maree distruggono, modificano o rendono invisibili le opere stesse: Spiral Jetty di Robert Smithson, nel Great Salt Lake nello Utha, è ad esempio visibile solo quando il livello delle acque del lago si abbassa.

Mentre la Green Cathedral di Marinus Boezem, nei Paesi Bassi, è legata al ciclo vitale dei pioppi che sono i mattoni di questa architettura verde.

E in Italia?
Gli esempi non mancano, dal nord al sud.
In Sicilia c’è anzi l’opera di Land Art più grande al mondo, quel Grande Cretto ,parliamo di 60mila metri quadri, che Alberto Burri creò inglobando le macerie di Gibellina, il paese raso al suolo dal terremoto del Belice del 1968.

All’altro capo dello Stivale si può invece visitare Arte Sella, il percorso immerso nel verde della Val di Sella che fa del bosco e del giardino di Villa Strobele un vero e proprio museo senza confini.

Da non perdere!
