Una serranda di una libreria che resta abbassata non è solo la fine di un’attività economica: è il segno di una società che cambia e con essa alcuni suoi pilastri fondamentali.

    Ultimamente poi, un numero sempre maggiore di testate giornalistiche denunciano la diminuzione di lettori. “Sono oltre 2300 le librerie chiuse in 5 anni” denuncia Presidente dell’Associazione Librai Italiani, Paolo Ambrosini, a benificio poi dei grandi distributori on-line che vincono per efficienza, velocità nella spedizione e accumulo punti per riduzioni.

    Ma quello che però oggi è necessario mettere in luce sono coloro che resistono, che in direzione ostinata e contraria rispetto a questi numeri, trovano il modo di rivendicare nei loro scaffali oltre che meri negozi dei veri centri culturali, delle occasione di dibattito e incontro, del tempo lento in un luogo di cultura.

    In tutta la Campania oggi, anche se con un considerevole ritardo, stanno aprendo ( o resistendo)  molte librerie, anche fuori città e sopratutto rivolte ai ragazzi. Dei luoghi che diventano come presidi sociali, e che inoltre, scontrandosi con le problematiche cultuali attuali, si reinventano, organizzando quindi eventi, feste e laboratori educativi.

    Tra i vari sparsi nella regione, ecco una lista non esaustiva di espressione positiva campana:

    • Il Mattoncino, libreria indipendente che dopo aver aperto a Giugliano ora ha una seconda sede a Posillipo ;
    • la Libreria Dante & Descartes, con due sedi nel cuore del centro storico di Napoli gestite da padre e figlio;
    • la Bottega delle Parole di San Giorgio a Cremano con eventi e sensibilizzazione dei siti culturali locali;
    • come non citare poi la libreria per ragazzi “Mio nonno è Michelangelo“a Pomigliano d’Arco di Maria Carmela Polisi. Con il Movimento Libero dei Lettori Innamorati e eventi per coinvolgere bambini e famiglie, questa libreria acquisisce nel paese e sul territorio caratteri rivoluzionari, sopratutto dopo le molteplici intimidazioni e atti vandalici che ha ricevuto.

    E ancora, oltre la provincia di Napoli, Che Storia a Caserta, importante centro del capoluogo di provincia, la Libreria Marcovaldo a Cava de’ Tirreni (SA) , l’Angolo delle Storie ad Avellino. E ancora librerie che restano punti di riferimento e espressione positiva di Napoli con, Io ci Sto al Vomero e la libreria Tamù specializzata in letterature straniere e corsi di lignua  a Via Santa Chiara.

    Alcuni inoltre parlano persino dell’editoria Campana che sta vivendo un Rinascimento silenzioso: unica regione del Centro Sud che grazie ad iniziative private ospita importanti fiere editoriali come Ricomincio dai Libri, Un Vulcano di Libri (Somma Vesuviana), l’Altra Galassia e Napoli Città Libro che stanno riscuotendo un successo.

    E quindi, oltre le chiusure, oltre le leggi sulla lettura bloccate al Senato e oltre i colossi della distribuzione, l’importanza di supportare questi luoghi di resistenza, come dei fari della cultura, dei porti sicuri.

    Perchè “La lettura è una cosa seria. Non è moda, non deve essere di passaggio. Attraverso i libri e le parole possiamo comunicare le emozioni, i problemi. Dobbiamo fare in modo che i bambini riprendano a fare domande […]. È necessario per avere un legame con la terra, i luoghi, l’altro, e per farlo c’è bisogno di riprendersi la lettura”. Parole di Maria Carmela Polisi, espressione positiva della libreria di Pomigliano d’Arco