Licata (AG)È interessante la concomitanza tra la pubblicazione del rapporto Svimez « L’economia e la società nel Mezzogiorno », e i violentissimi temporali che si sono abbattuti nel nostro Paese, terra così fragile e così esposta alle forze della natura.

    In particolare Svimez, associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno, ricevuta dal Presidente Sergio Matterella per la presentazione del Rapporto lo scorso 4 Novembre, ha messo in luce il ruolo della politica e dell’economia attuale nelle disuguaglianze della società e nella mancanza di uno sviluppo armonioso del progetto di crescita europeo.

    Ma attenzione, quando parla di disuguaglianze nel Mezzogiorno il riferimento è duplice :

    in primo luogo si intende il meridione in una cornice europea, dunque l’Italia rispetto agli altri Paesi europei che subisce la mancanza d’investimenti nella ricerca, il ritardo nell’innovazione tecnologica e l’assenza completa di un progetto politico per rilanciare il paese e le sue forze interne, che continuano invece a emigrare.  A questo poi, va ad aggiungersi poi, in secondo luogo, l’aumento delle disuguaglianze interne al Paese « legate al confine immutabile tra Nord e Sud del Paese ».

    Le cifre preoccupanti sulla demografia nazionale prevedono nei prossimi anni una popolazione attiva al Mezzogiorno che continua a diminuire drasticamente mentre, al Centro-Nord, la migrazione potrà compensare parzialmente questi dati grazie « all’azione rigeneratrice » di una nuova popolazione attiva proveniente dal mezzogiorno.

    Le divergenze Nord-Sud continuano poi nella sanità, nell’istruzione, nel gap occupazionale e negli investimenti in opere pubbliche dove si stima che nel 2018 nel Mezzogiorno sono stati investiti 102 euro pro capite rispetto ai 278 pro capite al Centro-Nord.

    Ed è su questo punto che l’attualità assume un altro volto, perchè all’indomani della tragedia che ha travolto Venezia e le sue bellezze  storiche e culturali, il Governo centrale aveva già annunciato lo stanziamento di 20 milioni di euro per un aiuto ad ogni attività commerciale da 5 mila a 20 mila euro, la sospensione per un anno dei mutui insieme poi ad una visibilità mediatica senza pari.

    Allo stesso tempo però, Matera, capitale Europea della Cultura 2019 tra le onde (vedi foto), Gallipoli e la Puglia intera, ieri la Sicilia con Licata, giacciono e resistono nell’assenza istituzionale e senza le dotazioni finanziarie ordinarie necessarie per arginare i danni.

    Ma quest’incapacità allora, intrecciata con i dati del rapporto Svimez mostra una realtà diversa da quella spreggiante nei confronti del Sud.

    Non è quindi l’incapacità dovuta esclusivamente alle organizzazioni criminali, alla corruzione, all’arretramento economico del territorio e ai piccoli borghi spopolati. Non è solo l’incapacità di stare dietro ad un economia globalizzata e in rapido sviluppo che rende il Sud impoverito e mortificato.

    Se dall’inizio del secolo hanno lasciato il Mezzogiorno 2 milioni e 15 mila residenti di cui la metà giovani tra i 15 e 34 anni, di cui un quinto laureati e il 16% per partire all’estero le cause sono anche dovute alle disuguaglianze di trattamento del Mezzogiorno, con l’affermazione di una «geografia del sottosviluppo » così definita dal francese Yyes Lacoste.

    Al di là quindi di ogni appartenenza e scelta personale, è fondamentale essere consapevoli dei fattori reali, troppo spesso travisati dai giochi di potere, al fine di conoscere le cause e gli effetti che inevitabilmente ci troveremo a subire.

    Sito Svimez,Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno : http://lnx.svimez.info/svimez/